Valeriana officinalis

Il nome botanico deriva dal latino valere, ovvero crescere in modo rigoroso, sano, oppure anche star bene, in merito alle sue proprietà calmanti.
La Valeriana è una Pianta erbacea e perenne, con breve rizoma stolonifero, fusto eretto e solcato in superficie da scanalature, radici fibrose emananti uno sgradevole e penetrante odore; in condizioni ottimali può raggiungere altezze di circa 150 cm. Le foglie sono opposte e prive di stipole, con picciolo presente solo nelle inferiori (le superiori sono sessili); tutte si presentano composte e imparipennate, costituite da 11-19 foglioline a lamina intera o dentata e di un bel colore verde intenso. I fiori, leggermente profumati, si trovano riuniti a formare un particolare tipo di infiorescenza detta corimbo; sono ermafroditi, con calice ridotto e corolla a 5 petali, tubolare e dal colore rosa chiaro. La fioritura avviene in aprile-giugno e l'impollinazione è entomogama (tramite Insetti). Il frutto è un achenio striato provvisto di setole piumose derivanti dalla modificazione che i piccoli denti del calice subiscono con la maturazione. La loro presenza ne aiuta la dispersione per mezzo del vento. La V.officinalis predilige gli ambienti freschi e umidi (mesofita) e cresce ai margini dei boschi e nei prati ombrosi fino a una altitudine di 1.400 metri.
Proprietà:
Tutte le specie di valeriana contengono: • olii essenziali (esteri dell'acido valerianico, acido valerenico, cariofillene, terpinolene, valerenolo, valerenale e composti diterpenici noti col nome di iridoidi); • alcuni alcaloidi (valerina, actinidina, catinina e alfa-pirrilchetone); • e dei flavonoidi (linarina, 6-metilapigenina ed esperidina). Si usa la radice della pianta che però ha un odore sgradevole. Possiede proprietà sedative e calmanti, favorendo il sonno. Il meccanismo d'azione dei suoi costituenti è abbastanza ben conosciuto. Si deve agli esteri degli acidi valerianici e agli iridoidi l'inibire l'enzima animale acido gamma-aminobutirrico transaminasi, preposto alla degradazione metabolica del neurotrasmettitore gamma-aminobutirrato (GABA). Questo mediatore chimico è notoriamente associato a fenomeni neuronali di tipo inibitorio ed è responsabile anche dell'induzione del sonno nell'uomo. Studi più recenti hanno evidenziato che anche alcuni degli alcaloidi possono avere una influenza più o meno diretta sul metabolismo del GABA, ma il loro meccanismo è ancora poco chiaro. Infine, pare che alcuni dei terpeni e dei flavonoidi possano fare da agonisti con i recettori dell'adenosina (quelli inibiti dalla caffeina) ed essere in parte responsabili dell'azione ipno-inducente, spasmolitica a livello intestinale e riducente sulla pressione arteriosa. Impiego fitoterapeutico Estratto della monografia della Commissione E (1985) del Ministero federale tedesco della Sanità: • Indicazioni: stati di agitazione, difficoltà di origine nervosa nell'addormentarsi • Controindicazioni: non somministrare a bambini sotto i 6 anni o a donne in stato di gravidanza o allattamento. • Effetti collaterali: con alte dosi può portare: mal di testa, nausea, vomito, vertigini, offuscamento della vista. • Interazioni: nessuna nota • Posologia: salvo diversa prescrizione: Infuso: 2-3 g per tazza da 1 a più volte al giorno Tintura: 1/2 - 1 cucchiaino da 1 a più volte al giorno Estratti: la dose corrispondente a 2-3 g da 1 a più volte al giorno Pillole: 3 capsule al giorno. Questi sono medicamenti/rimedi. Per ulteriori informazioni chiedere al proprio medico o farmacista/erborista. • Forma d'impiego: Uso interno: come succo di pianta fresca, tintura, estratti e altre preparazioni galeniche Uso esterno: come preparato da bagno • Proprietà: calmanti, facilitano il sonno Usato per facilitare il sonno non ha i classici effetti degli ipnotici e quindi non provoca pesantezza mentale al risveglio.

Bibliografia • Valeriana officinalis. Scheda a cura di EMEA (European Medicines Agency) diffuso a cura di farmacovigilanza.org • Prof. Dr. Christa Müller, Pharmazeutisches Institut der Universität Bonn: [1] • Della Loggia R. (cur); Piante officinali per infusi e tisane. Manuale per farmacisti e medici; OEMF 1993 Valeriana in Erboristeria: proprietà •

La valeriana è una pianta utilizzata principalmente per la sua attività tranquillante. Infatti, in estratto standardizzato, la valeriana è usata nella cura dell'insonnia e dei disturbi del sonno, ma anche nella terapia complementare di alcune manifestazioni di tipo ansioso (attacchi di panico, crisi di angoscia, tremori, crampi addominali, irritabilità, tensione nervosa, vertigini psicogene, colon irritabile, palpitazioni, cefalea). • Attività biologica Alla valeriana vengono attribuite proprietà sedative del sistema nervoso centrale (o SNC), antispastiche e ansiolitiche. Più precisamente, le attività sedative e ansiolitiche sembrano essere esercitate dai valepotriati e da alcuni costituenti dell'olio essenziale di valeriana, quali l'acido valerenico e il valerenale. Mentre le attività spasmolitiche sembrano essere imputabili al solo acido valerenico. Il meccanismo con cui le suddette molecole sono in grado di ridurre la componente ansiosa ha a che fare con il metabolismo del GABA (acido γ-amminobutirrico), il principale neurotrasmettitore inibitorio del SNC. Più nel dettaglio, sembra che questi composti contenuti all'interno della valeriana siano capaci di interferire con la degradazione del GABA. Studi condotti su animali hanno anche dimostrato che, in seguito all'assunzione di valeriana, si assiste a un incremento dei livelli di GABA nello spazio sinaptico, ottenuto tramite l'inibizione del reuptake e l'aumento della secrezione dello stesso neurotrasmettitore. Le proprietà sedative e ansiolitiche della valeriana sono state confermate da diversi studi ed è per questo motivo che l'utilizzo della pianta è stato ufficialmente approvato per il trattamento degli stati di agitazione e dei dei disturbi del sonno ad essi associati. Valeriana contro l'agitazione e i disturbi del sonno Come sopra affermato, l'utilizzo della valeriana costituisce un valido aiuto nel contrastare l'agitazione, l'irrequietezza e i disturbi del sonno che le accompagnano, grazie agli effetti che i valepotriati, l'acido valerenico e il valerenale esercitano sul sistema nervoso centrale.
Numerose sono le preparazioni a base di valeriana disponibili in commercio per il trattamento dei suddetti disturbi. Pertanto, per quanto riguarda la posologia di prodotto da utilizzare, si consiglia sempre di attenersi alle indicazioni riportate sul foglietto illustrativo, sulla confezione o sull'etichetta del prodotto che si ha intenzione di impiegare. Ad ogni modo, indicativamente, per il trattamento dell'agitazione si consiglia di assumere circa 200 mg di estratto di radici di valeriana 2-3 volte al dì. Contro i disturbi del sonno, invece, la dose di estratto solitamente consigliata è di 400-900 mg, da assumersi almeno trenta minuti prima di coricarsi. È bene sottolineare che le dosi sopra riportate sono puramente indicative e sono riferite a un estratto ottenuto miscelando due parti di radice di valeriana in polvere con nove parti di acqua e sei parti di alcool.
N.B.: quando la valeriana viene utilizzata a fini terapeutici, è essenziale utilizzare preparazioni definite e standardizzate in principi attivi ( acido valerenico ), poiché solo così si può conoscere la quantità esatta di sostanze farmacologicamente attive che si stanno assumendo. Quando si utilizzano preparazioni a base di valeriana, le dosi di prodotto da assumere possono variare in funzione della quantità di principi attivi contenuta. Tale quantità, solitamente, è riportata direttamente dall'azienda produttrice sulla confezione o sul foglietto illustrativo dello stesso prodotto, pertanto, è molto importante seguire le indicazioni da essa fornite. In qualsiasi caso, prima di assumere per fini terapeutici un qualsiasi tipo di preparazione contenente valeriana, è bene rivolgersi preventivamente al proprio medico.
Effetti Collaterali. In seguito all'assunzione di valeriana sono stati riportati casi di epatotossicità, benché la causalità debba essere ancora stabilita con certezza. Inoltre, in rare occasioni, la valeriana può causare effetti indesiderati a livello gastroenterico. In caso di utilizzi prolungati, invece, possono talvolta manifestarsi effetti collaterali come mal di testa, agitazione e disturbi del sonno.
Controindicazioni: L'utilizzo della valeriana è controindicato nei seguenti casi: • Ipersensibilità accertata verso uno o più componenti; • In pazienti affetti da patologie epatiche; • In gravidanza e durante l'allattamento senza il preventivo consiglio del medico; • In bambini e adolescenti con meno di 14 anni di età. Valeriana:
Interazioni farmacologiche L'assunzione di valeriana può interferire con l'attività di sostanze o farmaci, quali: • Barbiturici, benzodiazepine e analgesici oppioidi, poiché la somministrazione concomitante della pianta in questione può causare un'eccessiva depressione del sistema nervoso centrale. • Loperamide, poiché l'uso contemporaneo di valeriana può favorire l'insorgenza di episodi di delirio caratterizzati da agitazione e disorientamento. • Piante medicinali efarmaci epatotossici, perché può verificarsi un aumento del rischio di tossicità per il fegato. • Antistaminici. • Antidepressivi. • Alcool, la pianta può aumentarne gli effetti sedativi. • Ferro, poiché l'assunzione concomitante di valeriana può interferire con l'assorbimento del ferro stesso.
Avvertenze: consigliato  Uso esclusivo di estratti standardizzati in acidi valerenici